conversazioni/narrazioni sotto, con, per le piante
a cura di Paolo Basetti e Mario Bencivenni
Abitare il verde soprattutto nei nostri spazi urbani è pratica fondamentale per abitare la città e i luoghi dove viviamo. Solo così lo spazio, il territorio con tutto ciò che i terrestri nel tempo hanno prodotto da spazio da attraversare, o su cui scivolare in modo anonimo, può diventare spazio di vita, topos dell’anima oltre che del corpo. In questa prospettiva recuperare un rapporto vero e positivo con le piante costituisce un prerequisito fondamentale per rendere possibile il vitale compimento dell’urbs nella civitas. L’hortus utile e bello che i nostri antenati hanno creato quando hanno deciso di vivere in societas, dando così forma alla città come casa comune della società, ha come presupposti fondanti la cura e il limite. Con i colloqui/narrazioni di questa edizione del “Festival cantieri culturali” vorremmo provare a continuare quel percorso iniziato quattro anni fa di ri-scoperta, ri-connotazione di questa pratica partendo da quattro luoghi del Quartiere 4 e dalle loro presenze vegetali. Guida di questo percorso di conoscenza del vitale rapporto che lega i terrestri umani e vegetali alcune voci dell’affascinante dizionario del curatore di orti/giardini (orticultore-giardiniere). Un Dizionario che presenta un ordine alfabetico tutto suo. Un Dizionario che condensa in forma sintetica e chiara concetti e conoscenze antiche e che anche se ancora inedito ci piace intitolarlo così: “De cultu hortorum, ovvero dizionario del curatore appassionato delle piante”.
Martedì 29 giugno / Isolotto, Piazza dei Tigli Giardino delle Erbacce
“Terra”. Narrazione in margine alla piantagione di un Ippocastano
Giovedì 1 luglio/ Isolotto, Viale dei Bambini, area Melograni
“Cura”. Riflessioni sull’accudimento e la crescita dell’Ippocastano “Nives”
Martedì 6 luglio/ Argingrosso, Via dell’Isolotto
“Aria-Acqua”. Epifanie di una pioppeta in riva dell’Arno
Giovedì 8 luglio / Le Torri, Villa Vogel: “Socialità” e “/Tempo”
Colloquio all’ombra di quattro “antenati verdi” (il Pioppo, il Pino, il Leccio e il Cedro)
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