“di palesarvi a me non vi spaventi” (Inferno, Canto XXIX)
Empirica sostanza e materia oscura
di Charlotte Zerbey
con la collaborazione di Agnese Lanza, Michele Scappa, Nicola Simone Cisternino
musiche dal vivo Spartaco Cortesi | voci dal vivo Charlotte Zerbey, Alessandro Certini
organizzazione Matteo Siracusano
con il sostegno di Mibact, Regione Toscana, Comune di Sesto Fiorentino, Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Fondazione CR Firenze – Bando Abitante 2021
Un processo coreografico di passaggi da uno stato fisico a un altro, travasi da una all’altra essenza, fino a dove la sostanza coincide a se stessa nella forma. Dal caos senza tempo della ripetizione indifferente, dall’Essere impossibilitato a incidere sulla condizione di ripetere altro da se stessi all’infinito, emerge l’animo umano, nel dir che “la vostra sconcia e fastidiosa pena di palesarvi a me non vi spaventi” sorge la possibilità del sentimento, del contatto con un altro mondo, un comunicare con il Vivo, con un corpo che è soggetto a poter cambiare ancora la propria essenza nel tempo. Così, contemporaneamente, la perdita indistinta della forma trattiene in un punto di contatto la memoria, forse non invano. Tragicamente viva. Oggetto di amplificazione, la materia nel movimento, stride e gracchia come la voce di un megafono, che pur dice, si manifesta. Come il metallo emerge dalla roccia impura e si divide per essere se stesso in purezza e poi corpo di una lega, così la coscienza inorridisce e fugge dall’illusione che essa stessa, vana e vaga, è sospensione intuitiva tra le parentesi dell’oscuro processo tra l’analisi e la sintesi della vita.
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