di e con Claudia Catarzi
Ritornando a cosa mi appartiene ora e profondamente nella semplicità, torno a camminare. Torno al cammino, in qualsiasi modo lo si possa interpretare, un cammino fatto di passi, di alternanza tra destra e sinistra, tra pensiero logico e pensiero emotivo. In questo tempo anomalo che ci ha accompagnati ritrovo e riscopro un moto normale, usuale, primordiale, autentico. Camminare come il mezzo col quale si può giungere in posti lontani, lentamente ma tenaci, incontrastati, concreti e costanti. E questo mio camminare voglio che sia scheletro visibile o invisibile di questa danza.
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