
CANTICO DEI CANTICI IN TOUR A TRIESTE E MILANO
Una delle ultime produzioni della Compagnia Virgilio Sieni ad aprile in tour a Trieste e Milano
Mercoledì 19 aprile alle ore 20.30 | TRIESTE
Il Rossetti – Teatro Stabile del Friuli e Venezia Giulia / Largo Giorgio Gaber 1, Trieste
tel. +39 040 3593511 / info@ilrossetti.it
Giovedì 27 aprile alle ore 20.00 | MILANO
Teatro dell’Arte / Via Alemagna 6, Milano
tel. +39 02 724341/253 / info@triennale.org
CREDITS
Coreografia, regia, scena: Virgilio Sieni
Interpreti: Claudia Caldarano, Luna Cenere, Riccardo De Simone, Maurizio Giunti, Giulia Mureddu, Davide Valrosso
Musiche originali eseguite dal vivo dall’autore: Daniele Roccato (contrabbasso)
Elemento scenico in foglie d’oro: Giusto Manetti Battiloro S.p.A.
Luci: Mattia Bagnoli
Costumi: Elena Bianchini
Produzione: Festival Aperto, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Compagnia Virgilio Sieni
La compagnia è sostenuta da: Mibact, Regione Toscana, Comune di Firenze
Si ringrazia: Niccolò Manetti
SCHEDA
Amore mio dimmi – dove
Pascoli il tuo bestiame?
Ho grande voglia di rannicchiarmi
Nella sua ombra
Mi stravolgi la mente
Sorella mia e sposa
Mi stravolgi la mente
La sua testa è oro puro
Le giunture delle tue cosce
Una mano d’artista le torniva
Al mattino vedremo
Se la vigna è fiorita
Perché l’amore è duro
Come la morte
Il desiderio è spietato
Come il sepolcro
a cura di Guido Ceronetti, Cantico dei Cantici
Ma prima di tutto la vita cerca il suo corpo
Marìa Zambrano, Los bienaventurados
Tutto quel che è vuoto, il vacuum lucreziano, il deserto, una fossa, una stanza, una carcassa, uno scatolino, è una parte del grande mistero, significa attesa di qualcuno o presenza occulta
a cura di Guido Ceronetti, Cantico dei Cantici
Tutto si origina dal libro conosciuto come Cantico di Salomone, il più sublime tra i cantici, dove confluiscono, a partire dal IV secolo a.C., poemi mesopotamici. Qualcosa accade in una pianura d’oro, tavola dove si svolge l’azione. Corpi che si definiscono attraverso il bagliore della luce che sempre si muove tra notturno e penombra. Tutto si articola attraverso otto momenti: idilli pastorali, frammenti sull’amore in forma di adiacenza, vicinanza e tattilità. Nel silenzio tagliente, vacuum lucreziano.
La proliferazione continua del gesto tende a creare uno spazio scheggiato dove la danza perduta di uomini e donne, stravolge i corpi che insieme tendono a costruire la fisicità di un luogo primordiale e primitivo. Si odora di origine. Una canzone a due voci che risuona in tutti i corpi. Piacere, dolcezza e tormento dei gesti. S’intravede nella penombra un pascolo odoroso di corpi. Otto momenti che indagano, se è possibile, e se così si può dire, il vuoto sacrale che non nega niente e annuncia qualcosa con le sue membra. Virgilio Sieni