Dolce vita
Archeologia della Passione
CREDITS
Durata:70′
SCHEDA
I cinque quadri che compongono lo spettacolo – Annuncio, Crocifissione, Deposizione, Sepoltura, Resurrezione – si inoltrano nel racconto evangelico della Passione e allo stesso tempo ricercano il senso della comunità attraverso un arcipelago di avvicinamenti, tangenze, riconoscimenti, solidarietà, complicità, sguardi. Nasce così un viaggio che riflette sul dolore e la bellezza, la pietà e la leggerezza, in cui ogni quadro rivela il desiderio di appartenere a un corpo risorgendo al gesto ed evaporando in un continuo inarrestabile di figure che attraversano i volti sbiancati, le bocche sfumate dal rosso delle labbra, lo sguardo sgomento. La comunità formata dai danzatori si muove come un unico corpo depositando nello spazio tracce di umanità, cercando di indicarci il sentiero su cui si incontrano bellezza e tragedia, spinti dalla nostalgia per la radura in cui si nasconde un’archeologia misteriosa.
RASSEGNA STAMPA
È un pulsare meravigliato di fronte a un racconto che fonda la nostra civiltà e che ne ripercorre le vene più profonde di senso. Un avanzare a volte barcollante, a volte energico, trattenuto o rassegnato dentro, contro un destino. Un sostenersi, farsi forza, intrecciarsi di un meraviglioso gruppo di interpreti, mai troppo stupiti, mai troppo compresi, sempre come vagamente corporeamente intontiti di fronte al rivelarsi dell’incomprensibilità del numinoso e del destino. (…) Un’altra tappa di un cammino artistico giunto a meravigliosa, vitalissima, maturità.
Massimo Marino , “Doppiozero.com”, 23 ottobre 2014
In uno dei suoi lavori più belli e compatti, un Sieni più cristiano che metafisico, sembra interrogarsi non solo sul gesto e la sua intima dissidenza, ma sulle tante pietre scartate dai costruttori, e allo stesso tempo sulla possibilità di una Risurrezione. Qui e ora, non solo attraverso la liberazione dell’atto creativo.
Alessandro Leogrande, “Lo Straniero”, novembre 2014
A tratti dalla selva di movimenti si stacca un danzatore, una danzatrice, per un assolo spezzato. Diversamente dal balletto romantico, qui il solista non è il più bravo, il più noto, il più pagato. È il più solo. Il più malinconico. Nessun eroismo: le scultoree figure di Dolce vita si pongono “in levare”, come frammenti espulsi da una civiltà “che non riesce in alcun modo a trovare una santità nella sua miseria”, direbbe Jean-Luc Nancy. Non c’è compiacimento, né Tragedia (con la t maiuscola). Analogamente, i diversi quadri e le singole coreografie si chiudono con feroce, minimale secchezza.
Michele Pascarella, “Artribune.com”, 25 febbraio 2015
TOURNÉE
Udine, Palamostre, 2 aprile 2016
Firenze, Cango, 11-20 dicembre 2015
Cascina, La Città del Teatro, 6 dicembre 2015
Pistoia, Teatro Manzoni, 4 dicembre 2015
Parma, Teatro Regio, 30 aprile 2015
Bari, Teatro Kismet, 23 aprile 2015
Pesaro, Teatro Rossini, 19 aprile 2015
Bologna, Arena del Sole, 31 marzo 2015
Cesena, Teatro Bonci, 7 febbraio 2015
Avellino, Teatro Gesualdo, 15 novembre 2014
Siena, Teatro dei Rinnovati, 6 novembre 2014
Modena, Vie Festival, Teatro Comunale, 19 ottobre 2014
Roma, Romaeuropa Festival, Teatro Argentina, 4 ottobre 2014 – prima assoluta
FOTO ALTA DEFINIZIONE
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