Cenacoli Fiorentini#5_Grande Adagio Popolare

Esodo2-2015@Ela Bialkowska 4

CREDITS

Ideazione, coreografia: Virgilio Sieni
Un progetto per : Accademia sull’arte del gesto / Compagnia Virgilio Sieni
Produzione: Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza
Con il sostegno di : Estate Fiorentina 2015, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Osservatorio per le Arti Contemporanee
 

 

I Cenacoli di Ognissanti, Sant’Apollonia, San Marco e San salvi fanno parte del Polo Mussale Regionale della Toscana. Il Cenacolo di Santo Spirito fa parte dei Musei Civici Fiorentini. Il Cenacolo di Santa Croce fa parte del Complesso Monumentale di Santa Croce.

Si ringrazia l’Opera di Santa Croce.

 

Le lingue dei Cenacoli / incontri 

SCHEDA

Riportare i cenacoli a essere luoghi da abitare – luoghi d’arte in cui, attraverso una frequentazione inedita, si rivitalizza la percezione del corpo e si rinnova una consapevolezza condivisa, luoghi di pensiero in dialogo con la contemporaneità – è quanto si propone il progetto dedicato ai Cenacoli Fiorentini. Ad animarli sono danzatori e persone comuni di tutte le età chiamati a interpretare sei azioni coreografiche appositamente realizzate per comporre un Grande adagio popolare sul tema dell’Esodo.

“La narrazione che degli esodi del nostro tempo offrono i sei quadri coreografici ideati da Virgilio Sieni per un nuovo Grande adagio popolare, riceve ancora una volta forza espressiva dalla capacità di assurgere a significato universale. Tanto più perché ad animarli sono soprattutto persone comuni, per le quali l’arte della danza aderisce direttamente alla loro costituzione psicofisica, al loro ethos. Essi sono degli esodati senza altro artificio di una coperta ora gettata su spalle piegate ora avvolta a stringere le caviglie di adolescenti, oppure di un’ala sola attaccata alla spalla, simboli minimi di privazione e sospensione che dispongono l’osservatore a una misura dell’esistenza che gli è insieme remota e vicinissima. Ciò che viene rappresentato non rimanda solo ad un dramma altrui di cui si è invitati ad essere emotivamente partecipi, ma innanzitutto alla condizione di ciascuno in una convivenza priva del senso di comunità. Ed ecco che poco a poco si è catturati nel loro incedere avanti e indietro, ora ciascuno per sé ora sostenendosi a vicenda, lungo percorsi che non sembrano conoscere esito; si avverte su di sé il loro impulso a stringersi in circolo come un solo corpo, o a lasciarsi cadere vinti dalla fatica, che non è soltanto del corpo; si percepisce la necessità di quel protendersi trattenuto delle braccia verso un contatto risanatore con l’altro; si riconoscono figure del dolore, della pietà, del compianto che appartengono agli strati profondi di una cultura religiosa che riemerge, spoglia degli elementi sacrali, e perciò tanto più vera nell’essenzialità del gesto.”

da La radice nascosta dell’umanità di Giancarlo Gaeta

 

RASSEGNA STAMPA

 

Niños, adolescentes, gente común, un coro de ancianos jubilados: todos caben en la experiencia de transmitir desde solidaridad hasta desamparo. Las escenificaciones son conmovedoras, lentas y rituales. Hablan de los emigrantes. Los actuantes llevan mantas sobre los hombros o esos metalizados térmicos que se usan también en las ambulancias y para cubrir a los accidentados. Las mantas, vulgares, se convierten hábitos, figuradas túnicas, pluviales o capuchas de mendicantes, pues siempre algo impone como imagen al espectador cuando aparece una cabeza cubierta, que no sabemos si ora o se esconde, si teme o descansa en la huida.

Una línea blanca en el suelo, en todos los casos, delimita la acción bailada del público, que es invitado a moverse fuera del perímetro acotado como escenario. Es allí dentro donde sucede la acción a veces separada en grupos que no sobrepasan la docena. Lo que pasa en todos los Cenacoli es distinto, pero está muy estrechamente vinculado, diríase que hay una secuencia única y última, de ideario, que recorre toda la propuesta.

Roger Salas, “El Pais”, 18 luglio 2015

 

 

 

 

FOTO ALTA DEFINIZIONE

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