Cenacoli Fiorentini#6_Grande Adagio Popolare
CREDITS
I Cenacoli di Andrea del Sarto, Ognissanti, Sant’Apollonia e la Biblioteca di San Marco fanno parte del Polo Museale Regionale della Toscana.
Evento realizzato nell’ambito di Secret Florence, programma Speciale Fiere Pitti Immagine 2016 promosso dal Centro di Firenze per la Moda Italiana e realizzato grazie al contributo di Mise (Ministero Sviluppo Economico) e Agenzia Ice nell’ambito del progetto a sostegno delle fiere italiane e del Made in Italy.
LUOGHI, DATE e ORARI
PAESAGGIO#1
sab 11 giugno | h 19:30, 20:30, 21:30 (via di San Salvi, 16)
Cenacolo di Andrea del Sarto, affresco di Andrea del Sarto
PAESAGGIO#2
dom 12 giugno | h.19:30, 20:30, 21:30 (Borgo Ognissanti, 42)
Cenacolo di Ognissanti, affresco di Domenico Ghirlandaio
PAESAGGIO#3
lun 13 giugno | h.19:30, 20:30, 21:30 (via XXVII Aprile, 1)
Cenacolo di Sant’Apollonia, affresco di Andrea del Castagno
PAESAGGIO#4
lun 13 giugno | h.19:30, 20:30, 21:30 (piazza San Marco, 3)
Biblioteca di San Marco, architettura di Michelozzo
SCHEDA
La grande arte dei Cenacoli Fiorentini e le piccole storie degli uomini s’incontrano in un gesto d’apertura reciproca: lo spazio meditativo dei luoghi si rinnova con la materia del corpo.
Interpreti-cittadini che per loro scelta sono stati chiamati a ripensare col proprio corpo, una nuova postura dell’abitare il mondo.
La cosa più straordinaria è che questi interpreti – con la loro evoluzione espressiva fatta d’incrinature percepite nell’articolazione del movimento, con la gravità sperimentata nei vari tratti del gesto e con l’ascolto delle imperfezioni – hanno la capacità di mutare lo spazio e la qualità della frequentazione di un luogo, rendendolo accogliente e contemporaneo – proprio perché riportato a un grado sottile di ascolto e apertura, al senso del vuoto unitamente alla pienezza della trama gestuale e percettiva dell’abitare il corpo. Un paesaggio di dettagli e tracce dell’umano che rende il tutto come una scoperta meditata e inaspettata: la natura del gesto viene incontro a noi coraggiosamente.
Le azioni coreografiche gettano una luce sul presente, in quanto si avvicinano alla profondità del gesto, qui inteso come scavo che lascia presagire l’avventura nel corpus della nostra storia: esperienza che porta a una invisibile e inedita misura, luogo comune dove confrontarci e fare esperienza. L’azione coreografica diviene il territorio rivoluzionario dell’incontro, che significa pieno spostamento percettivo e apertura alla trasmissione e alla condivisione.
Si potrebbe dire che le azioni sono processi di assimilazione del gesto che continuamente mutano il livello percettivo dell’interprete chiamato a confrontarsi in ogni istante con la natura dell’altro: emerge una mappa emozionale dell’umano, dove l’elemento archeologico del gesto, la storia continuamente ritrovata attraverso il sublime delle articolazioni, ci aiuta a decifrare i sostegni, le pause, gli sguardi, la sospensione, le prese, gli appoggi, le declinazioni, i piegamenti verso l’altro, ovvero i temi di queste azioni coreografiche intese come paesaggi che emergono dalle rovine del nostro tempo.
Le azioni sono dunque cantieri di ricerca, paesaggi che ci illuminano sulla natura e la relazione coi Beni Culturali, sull’uso e la frequentazione dei luoghi per restituirli a una rinnovata frequentazione del cittadino (e del turista, che qui vi trova l’azione del corpo quale laboratorio della figura e della storia). Gli interpreti di queste azioni coreografiche sono cittadini che si formano alla bellezza del corpo per divenire custodi dei luoghi.
Virgilio Sieni
APPROFONDIMENTI