FAMILY 2016
FAMILY
FIRENZE | 28 e 29 giugno 2016
CANGO_Centro di produzione sui linguaggi del Corpo e della danza
Il progetto Family coinvolge tre coreografi nella costruzione di nuove creazioni interpretate da famiglie. Queste partiture domestiche, firmate da Marina Giovannini, Jacopo Jenna, Giulia Mureddu, gettano uno sguardo sull’indicibilità del corpo nell’approssimarsi all’identico, al simile, all’origine. Così la danza si protende verso una nuova antropologia esplorando le relazioni e indagando i dettagli di uno spazio della condivisione oggi al centro di un sempre più articolato processo di ridefinizione.
direzione Virgilio Sieni
coreografie di Marina Giovannini, Jacopo Jenna e Giulia Mureddu
Jacopo Jenna | Effetto Kulešov
coreografia Jacopo Jenna con Anna Pericoli, Sara Pericoli, Alessandro Ottavi, Andrea Ottavi
«Tutte le famiglie felici sono simili fra loro; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.» Incipit di Anna Karenina di Lev Tolstoj
«Tutte le famiglie felici sono più o meno diverse tra loro; le famiglie infelici sono tutte più o meno uguali.» Incipit di Ada o Ardore di Vladimir Nabokov
L’effetto Kulešov è un fenomeno cognitivo del montaggio cinematografico dimostrato dal cineasta russo Lev Vladimirovič Kulešov negli anni venti. Kulešov fece un esperimento che dimostrò che la sensazione che un’inquadratura trasmette allo spettatore è influenzata in maniera determinante dalle inquadrature precedenti e successive. La visione di una scena diventa un fenomeno di “stimolo/risposta”, dove lo spettatore partecipa attivamente al processo di creazione dei significati.
Marina Giovannini | Esercizi di Composizione
coreografia di Marina Giovannini con Gianni Dorigo, Lucia Miligi
Guardando Gianni e Lucia muoversi in uno spazio ristretto mi è parso di vedere le abitudini dei corpi di due persone che convivono da quasi quarant’anni negli stessi ambienti. Ho immaginato i loro gesti in salotto, gli spostamenti e le traiettorie che si ripetono in corridoio, gli automatismi motorii tradotti in piccoli “accordi” silenziosi che si ripetono nel tempo. Dando loro degli esercizi da praticare per la composizione coreografica, ho avuto l’ impressione di insinuarmi proprio in mezzo a quegli automatismi, quasi di intralciare delle dinamiche di relazione spaziale, geometrica e prospettica. Così ho visto aprirsi degli squarci di inattesa consapevolezza, di improvvisa novità e sorpresa nello scoprire altre modalità di relazione, e forse qualcosa che alimenterà una nuova confusione.
Giulia Mureddu | Dialogo in penombra
coreografia di Giulia Mureddu con Simone Borscia, Stefania Faggioli
Vedo la famiglia come un luogo che crediamo di poter abitare ad occhi chiusi, pur nella fragilità degli equilibri e nell’arbitrarietà dei meccanismi. La coppia di interpreti espone nel lavoro un intimo linguaggio fatto di similarità, trasmissioni, incastri e architetture instabili.