CANTIERI CULTURALI ISOLOTTO 2022
GIARDINO DELL’ASCOLTO
PERFORMANCE | SITE SPECIFIC | PRATICHE | MOSTRE | MUSICA | CINEMA | SOSTA
13 > 17 SETTEMBRE 2022
un progetto di Virgilio Sieni
a cura di Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni
CINDY VAN ACKER | CLAUDIA CATARZI | ANNAMARIA AJMONE | GIUSEPPE COMUNIELLO
| JULIEN DESPREZ | VIRGILIO SIENI | VALENTINA FERRARI | DAVIDE D’ELIA | PIETRO GAGLIANÒ|
VIOLA TORTOLI BARTOLI| DELFINA STELLA | VERONICA CHINCOLI | NAOMI BERRILL | JARI BOLDRINI |
MARIA VITTORIA FELTRE | AGNESE LANZA | GIULIA MUREDDU | SOCIETÀ CANOTTIERI LIMITE 1861 |
ASTRO DRAGON LADY EMPOLI | SIMONE GRANDE | ELENA BARTHEL | ROBERTO CECCHETTO | ANNA LISA PECORIELLO
In un campo
io sono l’assenza
del campo.
È
sempre così.
Ovunque io sia
io sono ciò che manca.
Quando cammino
divido l’aria
e sempre
l’aria refluisce
a riempire gli spazi
in cui era stato il mio corpo.
Abbiamo tutti motivi
per muoverci.
Io mi muovo
per tenere insieme le cose.
M. Strand, Tenere insieme le cose
I Cantieri Culturali Isolotto riflettono sull’anima della città, su ciò che muove il corpo di un territorio e sull’interazione dinamica che nasce nella coesistenza e nell’incontro dei cittadini con l’ambiente: coloro che abitano, camminano e interpretano lo spazio
in una vertigine continua di cambiamenti.
Partendo da un quinquennio di osservazione e ricerca sul senso di abitabilità e convivenza dello spazio urbano e cittadino del Quartiere 4 di Firenze, la sesta edizione del festival si compone di un’articolazione di progettualità diversificate che dal Giardino
delle Erbacce – spazio verde residuale rigenerato e pensato come futuro luogo dello sviluppo progettuale dei Cantieri – si espandono a tutto il territorio.
Le pratiche e laboratori nascono dal senso del costruire la città, stimolando alla partecipazione cittadini, bambini, artisti, educatori e studiosi; apparizioni, performance site-specific, mostre e concerti di artisti nazionali e internazionali accolgono e modellano la loro essenza sulle forme inedite del territorio e della sua luce; associazioni di cura e di promozione sociale collaborano e si inseriscono nel senso democratico del fare arte; spazi cittadini tornano ad essere destinati al pensiero collettivo: un’ecologia interna che si ritrova nei dettami di un agire condiviso, mosso nella simbiosi di ascolto, cura e gentilezza.
Come in un sistema organico, infatti, tutto nasce e confluisce nella tessitura di spazi di vicinato, apparentemente marginali – o non tangibili – che nel loro insieme costruiscono la trama di spostamenti ed emozioni, ponendosi come strumento rinnovato per ripensaree il nostro “stare”, ovvero il nostro edificare un altro senso dei luoghi e quindi di noi stessi.
Questo costruire e interpretare quotidianamente il senso di appartenenza e di cura per le cose e i dettagli si pone come tratto distintivo e procedurale del progetto, sempre in divenire, dei Cantieri Culturali Isolotto. Nati nel 2017, propongono annualmente
un festival e, durante tutto l’arco dell’anno, portano avanti cicli di pratiche e progetti con realtà del territorio e con artisti che trovano nella composita mappatura di spazi all’aperto e nella Galleria Isolotto – anch’esso spazio rigenerato – luogo di residenza per ricerca e pratica condivisa di radice interdisciplinare: attraverso i linguaggi dell’arte tutto si dirama nella costruzione, simbolica e concreta, di nuove strade, nuovi sguardi, nuove metamorfosi per una “città nuova”.
Proprio per questo, obiettivo finale del festival è proprio quello di rivolgersi al futuro, presentando tappe e sviluppi di progettualità e visioni che il Centro Nazionale di Produzione porterà avanti nel corso dell’anno in tutto il territorio dell’area Metropolitana di Firenze.
Mutamenti della luce, lentezza e sosta del procedere, proposte di visioni sconfinate sostengono una ricerca che si fonda sulla centralità del dettaglio sorgivo che compone la fragile geografia di territori periferici: il fiume, l’argine, i giardini, lo spazio tra le case,
i campi da gioco, le piste di pattinaggio, le aree ombreggiate dalla chioma degli alberi, le palestre delle scuole inviteranno a comporre un nuovo Eden, uno spazio che invita a riconoscersi nella relazione con una molteplicità di altre forme.
Giardino dell’ascolto, sottotitolo del festival, è così un invito a riconsiderare l’attenzione e la cura come un percorso necessario per guardare e trovare nella città il proprio giardino interiore.