CENTRO DI RILEVANTE INTERESSE PER LA DANZA VIRGILIO SIENI
L’ADORAZIONE
31 MAGGIO>18 GIUGNO 2023
RIETI (RI) / GRECCIO (RI)
COMITATO NAZIONALE PER L’OTTAVO CENTENARIO DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE DEL PRESEPE – GRECCIO2023
In collaborazione con i comuni di Rieti e Greccio
Il vuoto è la suprema plenitudine, ma l’uomo non ha il diritto di saperlo. L’ha provato Cristo, ignorandolo affatto, una volta. Una parte di me deve saperlo; ma le altre no, perché se lo sapessero nel loro basso modo, non ci sarebbe più vuoto.
Simone Weil, L’ombra e la grazia
“L’adorazione è la parola rivolta a qualcuno o a qualcosa, la parola rivolta a ciò che oltrepassa la significazione, l’appello trasversale che eccede il concetto e il culto e che ritroviamo nella fede, nell’amore, nella poesia, nella comunicazione mondana… Un’andatura, un contegno dello spirito in grado di rispondere alle questioni aperte da questo nostro tempo in cui lo “spirituale” sembra così lontano, prosciugato, abusato.”
Queste parole di Jean-Luc Nancy (L’adorazione, Cronopio) aprono un vuoto tutto da vivere, un vuoto non da riempire o aggredire, bensì uno spazio dell’incontro dove l’atto contemplativo diviene il gesto elaborato che sempre si modella all’altro.
Nell’esperienza dell’incontro con comunità e persone che hanno resistito con atti e posture significative, a volte dolorose e tragiche, altre volte con gesti di sostegno e solidarietà rivolto agli altri, altre nella conduzione di pratiche, mestieri e forme di vita vicine al senso di perseveranza e conoscenza, così come avviene in Di fronte agli occhi degli altri, emerge il desiderio umile di esserci, un far vuoto tutt’intorno per reinventarsi attraverso i dettagli del gesto e un corpo donato a ritmi e sospensioni.
Questo atto di trasfigurazione dove è necessario prestarsi all’altro, risuona nell’esperienza di Agorà Madri e figli. Qui la coppia elabora una sequenza di movimenti dove il gioco dei gesti fondativi dialoga con un nuovo atlante di sguardi e posture. La filialità tra madre e figli ci proietta nello spazio infinito dell’ascolto dove l’ancestrale si raggruma nelle forme della tattilità e della vicinanza.
Le quattro esperienze mantengono tra loro un legame musicale pensato secondo le declinazioni del suono che diviene canto per espandersi in sonorità trattate sottovoce e affioranti, un suono che ricerca l’origine del respiro.
PERFORMANCE
1>3 giugno 2023
VIRGILIO SIENI
DI FRONTE AGLI OCCHI DEGLI ALTRI
Performance
di Virgilio Sieni
con la partecipazione di cittadine e cittadini di Greccio, Rieti e Valle Santa
Di fronte agli occhi degli altri è una performance che nasce sul tema dell’incontro e dello sguardo rivolto all’altro. La struttura si articola in una trasmissione diretta tra il coreografo e un gruppo di cittadini invitati a partecipare accettando un incontro che gli richiede presenza e condivisione dello spazio performativo, con l’obiettivo condiviso di reinventarsi attraverso il gesto.
Tutto nasce da una ricerca istantanea dei primi contatti che si sviluppa in danze che di volta in volta si compongono rispetto alle singole identità. Si fa riferimento al vissuto di ciascuno, agli avvenimenti che hanno segnate le esistenze nel dolore e nella forza del resistere. Nasce così un “gioco del tatto” teso a restituire dignità, libertà e riscatto riaffermando la necessità di condivisione nell’avvenire.
Corpi che incontrano altri corpi. Corpi che si incontrano. È l’altro a donare la partitura, l’iniziazione ai primi passi, alle forme di dialogo. Il corpo si rigenera a questo stupore. Si guarda al minimo, al marginale, ai bordi appena visibili del gesto; si cerca nel non appariscente la sostanza dell’immagine e del sentire. Il compito di queste comunità, di ogni incontro, è quello di essere presenti, assimilare il vuoto del momento, eludendo il passato e l’avvenire. Si elabora così la grandezza indicibile dell’includersi, dell’accettarsi. Le danze che nascono restituiscono altissima dignità alla persona: un’alterità dal vuoto, una nascita.
domenica 18 giugno
VIRGILIO SIENI
AGORÀ MADRI E FIGLI
Performance
di Virgilio Sieni
a cura di Delfina Stella
rivolto a coppie di genitori e figli senza limiti di età
Agorà Madri Padri e Figli è un’opera che nasce dall’osservazione e dalla ritualizzazione del gesto filiale: gesto unico che evoca l’origine dell’essere al mondo. Da un punto di vista visivo, il rapporto tra genitori e figli, richiama alla memoria una nota tradizione iconografica occidentale che delinea una specifica forma dell’intimità, immediatamente riconoscibile all’interno di un immaginario collettivo condiviso.
La performance si realizza grazie all’incontro di coppie di genitori e figli che partecipano ad un percorso di creazione a cura dell’Accademia sull’Arte del Gesto per costruire “danze in duetto”: azioni coreografiche intime che nascono a partire dalla pratica rinnovata e simbolica dei gesti fondativi della relazione. Si compone così un’agorà, un luogo inteso come un atlante emozionale formato di coppie in movimento, che eseguono sequenze rituali nate da pressioni e osservazioni, tese a portare ogni interprete a trovare il “proprio” gesto e a creare una trama complessa di azioni minime, diverse per ogni coppia ma attraversate da continue similitudini e somiglianze, pronte a dispiegare la struttura comportamentale costruita dalla quotidianità familiare e aprendola al “territorio astratto del gesto”.